La prima volta che mi sono trovato ad assistere ad una costellazione, non sapevo neppure cosa fosse. Mi trovavo ad un seminario che trattava il tema delle subpersonalità ed era la prima volta che incontrai di persona Mauro Scardovelli, da tempo stavo frequentando la sua scuola ma non lo avevo mai visto di persona.
Una persona partecipante al corso espose una domanda e Mauro la invitò a fare un lavoro personale su quella sua problematica e quindi di scegliere una persona tra gli altri presenti in sala che potesse rappresentare sè stessa. Lei scelse una ragazza alla quale Mauro disse semplicemente di posizionarsi in un luogo della stanza a sua scelta. Dopo circa un paio di minuti le chiese come si sentisse e lei raccontò quali fossero le sue sensazioni: mi sento le gambe bloccate, il cuore che batte più forte e un senso di solitudine. Mauro le disse di restare ancora lì e poi chiese alla prima persona, la “costellata”, di scegliere tra i presenti una rappresentante della madre che si alzò, e anche a lei venne chiesto di posizionarsi nella sala dove credeva; si mise esattamente di fronte alla prima ragazza ma molto lontana. Anche a lei, dopo un pò Mauro chiese come si sentiva e lei disse di sentirsi attratta ad andare dalla ragazza ma di avere le gambe bloccate, come cementate al pavimento e di sentirsi una sensazione allo stomaco di paura. Poi venne chiesto nuovamente alla ragazza costellata di scegliere un rappresentante del padre e gli disse di fare la stessa cosa, posizionarsi in uno spazio nella stanza e dopo un pochino quali fossero le sue sensazioni. Mauro fece solo notare all’aula che il rappresentante del padre si posizionò dando le spalle alla prima rappresentante. Solo a vedere questa scena, la ragazza “costellata” che stava osservando da fuori, si mise a piangere singhiozzando. Successivamente, quando si calmò un pochino, venne chiesto alla “costellata” di scegliere un rappresentante per il fratello e lei scelse me; ero imbarazzatissimo e divenni rosso, figuriamoci, mettermi in pubblico a fare qualcosa che non sapevo neppure cosa fosse e che a me sembrava una roba di “stregoneria”. Comunque mi alzai e mi posizionai in un angolo della sala nel quale mi sentivo più a mio agio, era proprio un angolo e davo le spalle a tutti.
A me dava la sensazione di sentirmi protetto, che nessuno potesse guardarmi mentre diventavo rosso, finchè mi fosse passato. Mauro disse “vedete? Chiarissimo!”. Io mi dissi “ma chiarissimo che cosa?”. La ragazza costellata ricominciò a piangere ininterrottamente e necessitò che alcuni assistenti si prendessero cura di lei. Nel frattempo io sentii la necessità di mettermi rannicchiato nell’angolo e fui assalito da un tremore che ricordo bene ancora oggi, mi sentivo, in quell’angolo, tremendamente solo, come se tutte le altre persone in sala non ci fossero, i suoni ovattati, e mi rannicchiai nel mio angolino in posizione fetale. So solo che quella era la mia esigenza di quel momento. Successivamente Mauro chiese ai rappresentanti della mamma e del papà di girarsi e guardarmi, in quel preciso istante sentii un calore pervadermi, una specie di formicolio prendermi le gambe e il desiderio di alzarmi in piedi. Cominciai a sentire tutto più acuito: suoni, colori, sensazioni, come se ci fosse un risveglio di sensi. Non nego che fui anche un pò spaventato ma nello stesso tempo sentii una commozione salire. La faccio breve, Mauro chiese poi ai rappresentanti dei genitori di guardare la prima ragazza, fece pronunciare ai genitori alcune frasi di amore e riconoscimento dei propri errori e tutti e tre insieme poi avvicinarsi a me. Io scoppiai a piangere, non so nemmeno il motivo, ma venne così.
Restammo tutti e quattro abbracciati per un pò e, dopo avere chiesto a Mauro, si aggiunse a noi anche la ragazza “costellata” e rimanemmo insieme in silenzio per lungo tempo in un abbraccio d’amore. Fu un’esperienza molto forte e molto emozionante. Scoprii dopo che rappresentai un bambino che non nacque a causa di un aborto e che questo condizionò il modo di relazionarsi dei genitori verso la figlia alla quale non era stato detto nulla di questa esperienza vissuta dai genitori.
Incontrai altre varie volte questa ragazza, anche perchè stavamo frequentando lo stesso percorso, e più volte mi confermò che rimase stupita innanzitutto del fatto che dopo quel “lavoro personale” i suoi genitori cambiarono completamente il loro modo di relazionarsi con lei, più presenti, affettuosi, meno giudicanti; rimase stupita per il fatto che lei non disse mai nulla a loro di questa esperienza di costellazioni. Naturalmente anche lei, di conseguenza, cambiò il suo modo di vedere i genitori e di relazionarsi con loro, con una nuova e sconosciuta armonia per avere visto e compreso il loro dolore per la perdita, la paura di rivivere l’esperienza, l’origine della loro rigidità e chiusura verso di lei.
Questo episodio mi fece incuriosire molto verso questo strumento che al momento mi parve tra la magia, l’esoterismo e una roba da setta, invece scoprii che dietro ci sono fior di studi a partire da quelli di Bert Hellinger, in qualche modo il padre delle costellazioni familiari come le vediamo oggi in numerosi contesti, anche quello aziendale.
Approfondendo gli studi e facendo numerose esperienze sia come rappresentante che come “costellato” ho scoperto che sono uno strumento straordinario di evoluzione personale per comprendere quali sono quei blocchi, limiti, fili sottili che generano un tema che si ripresenta nella propria vita, per esempio la perdita, la sofferenza d’amore, l’abbandono, la carenza o altro.
E furono estremamente utili anche a me per trasformare la comprensione e rendere armonica la relazione con la mia malattia e verso mia mamma, con la quale nel mio dialogo interno condividevo la responsabilità di tutti i miei guai e sofferenze.
Le costellazioni familiari sono un’esperienza fenomenologica, accade di vivere ciò che si vive e sentire ciò che si sente, non c’è nulla di preparato o studiato e studiabile, per questo la scienza fa molta fatica ad accettarle per quanto molti studiosi del funzionamento della mente umana ne ammettono l’efficacia; ricordo che lo stesso Bert Hellinger è stato uno psicologo, pedagogo, sociologo e teologo riconosciuto in tutto il mondo per i suoi studi e metodi.
Grazie per la lettura.
Un abbraccio.
Carlo
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